
a cura di Genny Lombardi (pubblicata il 21 novembre 2023)
Sono Marco Bello, sono salentino ed ho 26 anni.
Sono un educatore professionale e un pedagogista.
Ho una disabilità motoria e da tanti anni mi impegno nel sociale per sensibilizzare sulla tutela dei diritti, in particolare delle persone con disabilità.
Attualmente sono il Presidente di Costruiamo inclusione, una Associazione di promozione sociale che vuole contribuire in maniera determinante per favorire un mondo più inclusivo, attraverso eventi e attività formative, divulgative e di sensibilizzazione.
1. Qual è la missione principale dell’associazione?
Il progetto “Costruiamo inclusione” è nato a gennaio u.s. ed in questi mesi abbiamo già realizzato numerose iniziative in tutta la Puglia e collaborando con realtà sociali e commerciali del territorio.
Il nostro, infatti, è un progetto, pensato per il territorio pugliese (in particolare salentino), che vuole offrire l’occasione per informarsi, incontrarsi e sensibilizzare sui temi dell’accessibilità, dell’inclusione e – più in generale – di tutto ciò che riguarda le disabilità.
Il progetto è pensato in particolare per le nuove generazioni, ma lascia spazio a chiunque voglia accostarsi per conoscere ed approfondire la quotidianità delle persone con disabilità.
Ad ottobre, abbiamo compiuto un passo ulteriore ed abbiamo deciso di diventare ufficialmente una Associazione di Promozione Sociale
2. Quali sfide principali si pongono oggi nel fornire supporto e servizi alle persone con disabilità?
Al giorno d’oggi, spesso si vuole far sembrare che ormai, in tema di accessibilità e inclusione, abbiamo raggiunto risultati ottimali.
Magari fosse così: invece ci troviamo di fronte a situazioni che ci ricordano che l’inclusione delle persone con disabilità è uno slogan piuttosto che un impegno, un valore ostentato piuttosto che un’attenzione concreta.
Le persone con disabilità necessitano di autonomia, non di assistenzialismo.
La politica e le istituzioni sono chiamate a una scelta cruciale: investire in autonomia oppure in assistenzialismo.
Questa scelta cambia completamente i risultati finali che ci si aspetta da un investimento pubblico.
Se si sceglie, come è auspicabile, di investire in autonomia bisogna creare una rete integrata di servizi concretamente fruibili dalle persone con disabilità e potenziare i servizi di welfare in tutti i contesti di vita quotidiana frequentati da ciascuno.
Mi viene da pensare, ad esempio, all’autonomia quando si fa la spesa, ci si reca al bar, dal parrucchiere, quando si utilizzano i mezzi pubblici: le barriere sono tantissime e sono ovunque, spesso impercettibili a chi non convive con una disabilità.
Dobbiamo evolvere la nostra percezione della barriera: quest’ultima non è solo una rampa di scale, ma può essere anche rappresentata da un piccolo dislivello, dal manto stradale sconnesso, da una rampa troppo ripida, dall’assenza di un percorso tattile e di un semaforo sonoro, etc.
Bisognerebbe ripensare tante, troppe cose ed innanzitutto – lo ribadisco – scegliere di investire per l’autonomia.
3. Quali iniziative avete intrapreso per promuovere l’inclusione e l’accessibilità per le persone con disabilità nella comunità?
Costruiamo inclusione nasce a gennaio 2023 da un’idea, da un desiderio da un “bi-sogno”: portare il dibattito sull’inclusione al centro delle proposte culturali per il territorio, alzare l’attenzione su una parte di mondo troppo spesso messa da parte.
Per ragioni certamente editoriali, non vi racconterò ogni singola attività, ma cercherò di tracciare un percorso.
Costruiamo inclusione nasce con l’obiettivo di incontrare il territorio del Salento nei luoghi designati alla socialità, all’incontro, allo stare insieme: scuole, Comuni, lidi, piazze, centri culturali.
Abbiamo voluto dare forza al nostro messaggio di inclusione ospitando più volte Benedetta De Luca, che ormai è una di noi.
Benedetta fa attivismo, come noi, concentrandosi sulla divulgazione attraverso i social media: con lei abbiamo dimostrato che nel Salento è possibile fare un’escursione in una barca totalmente accessibile, che si può fruire della balneazione senza troppe barriere, che il Salento può “vivere” di turismo inclusivo.
Abbiamo anche parlato di moda adattata per le persone con disabilità, di autostima, bodypositive e, in generale, della sua storia di coraggio e riscatto sociale raccontata nel suo libro.
Ne è venuta fuori quasi una scoperta: il mare e le spiagge del Salento (in buona parte) sono fruibili anche dalle persone con disabilità. Abbiamo raccontato questo nostro impegno per la balneazione accessibile anche a Bari, affinché diventi un modello per l’intera Puglia.
Abbiamo promosso un messaggio inclusivo anche attraverso la presentazione di libri, partecipando a dibattiti con le istituzioni sul futuro delle politiche per l’inclusione, facendo rete con istituzioni e altre realtà del terzo settore.
Siamo stati anche – con molto orgoglio – presenti alla Notte Verde di Castiglione d’Otranto, con una dimostrazione sull’utilizzo dei principali ausili quotidiani utili alle persone con disabilità visiva.
Abbiamo discusso a Brindisi, con un prestigioso sindacato, sul futuro delle politiche del lavoro e dell’abitare per le persone con disabilità.
Chiudo immaginando, ancora una volta, di lasciarmi trasportare dal nostro mare, ricordando le due escursioni accessibili che Costruiamo inclusione ha promosso a Torre Vado, permettendo a circa cento persone di fruire di un pomeriggio in barca in maniera totalmente accessibile, sicura e spensierata.
4. Quali politiche o azioni pensate siano necessarie per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità?
Sembrerò ripetitivo ma – lo ribadisco – è necessario e quanto mai urgente scegliere di investire per l’autonomia.
È essenziale, ad esempio, che la Regione potenzi l’impegno economico relativo ai Progetti di Vita Indipendente, che necessitano di un parziale ripensamento delle fasi di progettazione, attuazione e di un monitoraggio costante degli obiettivi raggiunti.
Tra le tante lacune, riscontro che quotidianamente i beneficiari dei Pro.V.I. hanno estreme difficoltà ad individuare i propri assistenti personali da assumere, perché non esiste una rete di contatto tra domanda ed offerta.
Sarebbe opportuno, in questa fase, un maggiore supporto istituzionale e una rete sinergica tra Enti, perché molte persone desistono dall’attivare i progetti perché non riescono ad individuare il lavoratore o la lavoratrice da contrattualizzare.
A Genova, ad esempio, sono i Comuni a gestire la progettualità della vita indipendente e si avvalgono del supporto di cooperative che selezionano gli assistenti personali e seguono tutte le fasi: dal colloquio tra il candidato ad assistente e la persona con disabilità beneficiaria di assistenza, fino all’assunzione del dipendente.
In Puglia, invece, ci si può avvalere della consulenza e del supporto dei centri di demotica o di enti del terzo settore, ma il servizio si limita alle fasi della progettazione e si conclude dopo la presentazione della domanda alla Regione.
L’autonomia delle persone con disabilità, però, può essere sostenuta in altri svariati modi.
Attualmente siamo di fronte a un’emergenza abitativa, a livello locale e nazionale: una persona con disabilità che vuole vivere in maniera autonoma ed indipendente, non può farlo perché manca un’offerta adeguata di alloggi accessibili.
Questo problema non riguarda solo gli alloggi in affitto, sui quali si dovrebbe discutere approfonditamente, ma anche le costruzioni in vendita.
Non esistono case accessibili: non sappiamo dove abitare, come fare per cercare lavoro in un’altra città e come sostenere davvero la nostra inclusione in un determinato contesto sociale.
Di fatto, questa carenza del mercato ci discrimina senza dircelo e l’intero territorio perde un bagaglio di valore e di competenze che potrebbe, invece, ricevere dalle persone con disabilità.
5. Quali sono le maggiori sfide che l’associazione sta affrontando nell’ottenere finanziamenti per supportare i vostri programmi e servizi?
Costruiamo inclusione, finora, non ha mai goduto di alcun finanziamento pubblico.
Le tante attività che abbiamo portato avanti in questi mesi hanno comportato inevitabilmente un dispendio di energie in termini di capitale umano, ma anche un investimento economico non indifferente.
Siamo stati intraprendenti, ma anche tanto fortunati: abbiamo avuto tanti amici imprenditori che hanno creduto nel nostro progetto ed hanno scelto di sostenere le nostre attività.
Abbiamo fatto tutto questo senza accantonare neanche un euro, però ci siamo nutriti dell’orgoglio e della gratificazione di vedere un Salento che vuole sentir parlare di inclusione, collabora, risponde e partecipa.
Siamo costantemente alla ricerca di nuove persone che credano nel nostro impegno, sostenendoci: certamente, attraverso donazioni e servizi, ma anche mettendo a disposizione il proprio capitale umano.
Vi invito a riflettere, ad esempio, sulla grandissima utilità che avrebbe l’istituzione di una “banca del tempo”, costituita da volontarie e volontari, in ogni territorio.
Il tempo dei tanti volontari permetterebbe alle persone con disabilità di coltivare con un supporto in più i propri hobby, gli eventi culturali, le realtà sociali di loro interesse, etc.
Permetterebbe, di fatto, una maggiore inclusione: la persona con disabilità è libera di scegliere dove andare e cosa fare, anche se non si tratta di esigenze prettamente sanitarie, terapeutiche ed assistenzialistiche.
6. Quali sono i vostri progetti futuri per continuare a sostenere e migliorare la vita delle persone con disabilità?
Vorrei rispondere a questa domanda con un invito, in uno stile quasi biblico: seguiteci e vedrete grandi cose!
Mi rendo conto, però, che potrei sembrare autoreferenziale e quindi vi racconto in breve i nostri progetti futuri.
Vogliamo continuare ad incontrare il Salento attraverso i salentini: nelle scuole, nei comuni, ma anche nei ristoranti e nell’Università.
Come non ricordare il nostro primo pranzo sociale, il 26 novembre a Santa Maria di Leuca: chiuderemo novembre così, con una bella occasione per ritrovarci con i nostri amici e sostenitori condividendo sogni, speranze e progetti futuri.
Durante il pranzo, condivideremo alcune testimonianze sulla quotidianità delle persone con disabilità ed in particolare dei non vedenti, grazie al nostro vice-presidente Davide Dongiovanni.
Stiamo già costruendo anche una serie di attività per celebrare la Giornata internazionale delle persone con disabilità, con il Comune di Lecce e l’Università del Salento.
È in cantiere l’organizzazione di un cineforum (a tema disabilità, inclusione e accessibilità) itinerante su vari Comuni del capo di Leuca.
Il 2024 ci porterà a far emergere nuovi progetti: un podcast su una importante web radio, con vari ospiti e la possibilità di approfondire varie storie e vari argomenti.
E poi, magari, forse nascerà una creatura alla quale tengo molto: una intera collana editoriale sull’inclusione per una casa editrice che ha voluto cogliere questa sfida.
E poi chissà… seguiteci e vedrete grandi cose!
7. Avete rapporti di collaborazione con altre organizzazioni o istituzioni che lavorano nel campo delle disabilità? In quali modi collaborate?
Non si può portare avanti un impegno nel terzo settore e nel mondo del volontariato senza saper collaborare.
Certamente, per concretizzare tutte le nostre idee abbiamo bisogno di supporto: innanzitutto da parte delle istituzioni, ma ci confrontiamo quotidianamente con altre realtà e associazioni perché, condividendolo, si dà più forza al messaggio inclusivo.
Abbiamo al nostro fianco tanti Comuni, che rispondono alle nostre sollecitazioni ed accolgono le nostre idee.
Ci sentiamo stimati dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Lecce, che spesso hanno patrocinato moralmente le nostre iniziative e ci hanno sostenuto con la presenza dei loro rappresentanti istituzionali alle nostre attività.
Puntiamo molto e speriamo anche di ampliare gli orizzonti nella collaborazione con i vari Garanti territoriali dei diritti delle persone con disabilità.
Quella del Garante è una figura indispensabile per creare un “ponte” tra Enti e cittadini/e, perché ci si deve confrontare, si deve discutere, si deve migliorare a partire dalle piccole cose.
Nei giorni scorsi abbiamo accolto con favore l’impegno dell’Unione dei Comuni “Terra di Leuca”, che ha istituito la figura del Garante dei diritti delle persone con disabilità e presto nominerà chi dovrà ricoprire questo ruolo così prestigioso ma, allo stesso tempo, impegnativo.
A breve anche la Provincia di Lecce potrà dotarsi di questa figura: attendiamo fiduciosi, garantendo sempre il nostro impegno e cercando di promuovere l’inclusione come un processo collettivo che parte dal basso.
8. Quali sono gli aspetti più gratificanti del suo ruolo di presidente di Costruiamo inclusione?
Questa domanda, probabilmente, mi farà emozionare più di tutte.
Innanzitutto, mi gratifica il fatto di essere stato scelto come Presidente, da chi ha voluto abbracciare il valore che si racchiude in Costruiamo inclusione, persone magnifiche alle quali voglio tanto bene.
Non me ne vogliate se inizio da chi ha condiviso con me il desiderio, l’idea, il “bi-sogno” di continuare a insistere ogni giorno per sensibilizzare, per cambiare le abitudini sbagliate che non generano inclusione, per far conoscere un mondo che spesso è stato invisibile.
Attualmente è il vice-presidente di Costruiamo inclusione, ma per me è soprattutto un amico e una persona che stimo: il dott. Davide Dongiovanni, “anima razionale” della nostra associazione, punto fermo al quale appoggiarsi nelle scelte difficili, consigliere prezioso quando ci si trova davanti a un bivio e non si sa se scegliere il bianco o il nero.
Ma non è finita qui perché non posso dimenticare il sorriso e la simpatia di Sabrina Bozzicolonna, energica giocatrice di basket in carrozzina, che sussulta di gioia quando ci viene una nuova bella idea e tira fuori i muscoli quando ci lanciamo su strade che, forse, sono un po’ troppo impervie per noi.
Sono una persona estremamente operativa e vado sempre, subito e troppo in fretta, al nocciolo delle questioni: in questi casi mi soccorre la pazienza di Alberto De Nisco e Matteo Giunca, che sono i nostro occhi, gambe e braccia.
Forse anche il nostro cuore dolce, quando il Presidente non ha tempo per i convenevoli particolarmente garbate e per le riflessioni inevitabilmente complicate.
Siamo una squadra ed esserne Presidente è già una grande emozione, ma poter avere Davide, Matteo, Sabrina e Alberto al mio fianco ogni giorno è la mia gratificazione.
Mi onora molto anche la stima di chi ci aiuta in ogni modo: il mio impegno è per tutti noi, perché l’inclusione non resti utopia e l’autonomia delle persone con disabilità non continui ad essere un sogno irraggiungibile.